Il Natale sta arrivando (mancano 40 giorni) e il governo ha aperto un dossier su cosa consentire e cosa evitare nel periodo delle festività, scandito da cene e pranzi con amici e parenti. L’obiettivo del governo è innanzitutto evitare che, dopo la seconda ondata, si verifichi anche una terza e in concomitanza con il picco influenzale di gennaio-febbraio. Si apprende dalle dichiarazioni degli esponenti dell’esecutivo che «qualche allentamento delle misure ci sarà», anche per dare un po’ di respiro ai commercianti che, a dicembre, fatturano più di ogni mese dell’anno.
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Ma per “salvare” il Natale, secondo gli esperti, bisogna ridurre l’indice di trasmissione Rt a 1 e il valore dei nuovi contagiati su tamponi effettuati (Rpt) al 10%. Una sfida per il governo in vista del Dpcm che dovrà entrare in vigore il 3 dicembre. Nei report quotidiani sull’andamento della pandemia è specificato che senza un vero lockdown la curva epidemiologica scende molto più lentamente e «per questo non sono permessi altri ritardi ed errori: la diffusione è sempre più rapida che la contrazione, ed è imperativo riportare il valore di Rt il più vicino a 1».
Altro indicatore da tenere d’occhio è il tasso di positività, il valore dei nuovi contagiati su tamponi effettuati (Rpt). Il 13 novembre l’indice Rpt era al 16%, il giorno precedente al 16,2%. Gli analisti parlano di «fisiologica variazione» e poi spiegano: «È importante non concentrarsi sui singoli valori, ma osservare la curva in un intervallo di tempo di almeno 7-10 giorni. Lo scenario migliore prevede un consolidamento della curva intorno al 14% il 15 novembre» e se le misure si dimostreranno davvero efficaci da quel giorno dovrebbe cominciare la vera discesa, sia pur lentissima.
Se i due parametri di Rt e Rpt saranno effettivamente raggiunti ci sono regole che potrebbero essere modificate in vista delle festività natalizie. Le regioni tornerebbero tutte o quasi in zona gialla e potrebbe decadere il coprifuoco dalle 22 alle 5. Si potrebbero allentare alcuni divieti per bar e ristoranti e ripensare le chiusure dei grandi magazzini e dei centri commerciali nel week end per favorire i consumi.